Spopola sul web il video del fantasmino furbetto e dispettoso che s’intrufola nella Torteria “stellata” Billabà di Cavernago, nella bergamasca.
Irrequieto
e fastidioso, il fantasmino s’intrufola a Natale nel famoso locale
mimetizzandosi fra i golosi regali pronti per essere venduti, ma la
sua idea non è quella di rubare, ma di…mangiare.
Le
sexy amministratrici del locale Ambra, Sonia, Marica Defendi e Irene
Valoti avevano avuto sentore che qualcosa non andava, ma non
riuscivano a capire cosa stesse succedendo. Biscotti che sparivano,
pacchi regalo spostati, luci che si accendevano e spegnevano da sole,
ma alla fine il rebus è stato risolto.
Il
Babbo Natale dispettoso non è altro che Tary, il fantasmino che si è
impossessato di un furetto regalo all’interno del locale. Scoperto e
rincorso dalle proprietarie, il simpatico fantasmino riesce varie
volte a scappare e nascondersi all’interno della gelateria e portare
avanti i suoi simpatici scherzetti, fino a quando viene messo in riga
e riposto nel suo cesto, fino all’accendersi delle luci del giorno
dopo.
Il
video è una piccola meraviglia, prodotta dal bravissimo Francesco
Pala, che riscalda con simpatia il periodo natalizio. Un sorriso
sicuro per i bambini, ma anche i grandi si ritrovano rapiti dal
piccolo Tary.
Un corto di valore, perchè in pochi minuti regala al Natale un bellissimo sorriso.
L’Avvocato italiano delle Star internazionali Luca Di Carlo, il famoso “Avvocato del Diavolo” si è ritrovato sul New York Times grazie alla ripubblicazione di un’intervista del redattore bresciano Claudio Raccagni alla sexy ex-bagnina di “Baywatch”, Pamela Andérson.
Da poco sul mercato, l’album musicale “I-Thàlassas Mas”, è nato dalla collaborazione fra il chitarrista Francesco Mascio e il sassofonista Alberto La Neve. Un insieme di sonorità che non ho potuto evitare di recensire.
Intervista esclusiva rilasciata da Luana Borgia, una delle rare pornostar che ancora oggi infiammano il pubblico con i suoi spettacoli. Luana punta a sottolineare il valore del porno di un tempo e il suo sogno nel cassetto:…partecipare al reality di Mediaset “L’Isola dei Famosi 2020”, non nascondendo le sue voglie segrete.
Inizia
la sua carriera facendo la modella; nel 1988 viene selezionata nel
concorso di Miss Italia e l’anno successivo partecipa alle selezioni
italiane per Miss Mondo.
Si
trasferisce poi a Roma dove comincia a esibirsi in una serie di
spettacoli sexy. Agli inizi degli anni novanta, prende contatto con
Moana Pozzi e Rocco Siffredi e va affermandosi come una delle più
importanti star del mondo del porno italiano, dove si guadagna
l’appellativo di “Duchessa dell’hard”. Nel 1994
vince il premio Impulse d’oro come miglior attrice hardcore europea.
Oggi
la provocante pornostar ci concede questa intervista esclusiva.
Luana,
come ricordi il tuo primo film porno?
Guarda,
diciamo che prima di tutto ho iniziato a fare spettacoli hard, poi
ho avuto occasione d’incontrare la mitica Moana Pozzi, della quale
ero una grandissima fan, e lei mi ha detto:
“Senti
Luana, visto che tu fai già spettacoli hard, cosa ne pensi di
provare a fare un film?”, cosi ho provato.
Sottolineo
che ho fatto il mio primo film con Moana Pozzi e Rocco Siffredi, il
top del porno, quindi per me è stata una bellissima esperienza. Poi
univo l’utile al dilettevole, visto che sono una a cui piace fare
sesso da quando ero ragazzina, ricordo che mi nascondevo con il
giornalino “Le Ore” e mi guardavo le foto porno.
Come
ti senti ad essere una pornostar conosciuta?
Mi
piace essere il sogno erotico degli italiani.
Che
differenza vedi fra le pornostar di allora e quelle di adesso?
Principlamente
manca l’esperienza. Io, Rocco Siffredi, Moana Pozzi, Ilona Staller e
molte altre star degli anni ’90 siamo personaggi chiave del porno,
perchè abbiamo avuto alle spalle un’esperienza e una passione che ci
ha reso grandi. Io ho partecipato a più di cento film.
Oggi
basta che una ragazza faccia un primo film porno, o pubblichi video
hard, o faccia uno spettacolo con degli oggetti, che già si reputa
pornostar.
Uno
spettacolo come si deve ha una coreografia buona, una musica
adeguata, un abbiagliamento ad hoc per l’occasione.
Purtroppo
l’evoluzione è ache questo, in tutte le cose, sia per il porno, la
televisione, il cinema, la musica…..tutto oggi è una corsa
frenetica all’ascolto, tralasciando troppo spesso la capacità vera
del personaggio e la sua esperienza.
Hai
parlato di musica. Vedi questo veloce cambiamento anche nella musica?
Si,
non mi piace seguire le nuove tendenze come il trap o simili, anche
rispettando il gusto di tutti. Io resto sulla musica classica per
rilassarmi o la porto nei miei spettacoli per trasmettere erotismo.
Devono farmi e far sognare.
In
questo periodo sto facendo uno spettacolo dal titolo “La
bella e la bestia”, con una coreografia e una musica
adeguata, molto sul classico. Uno spettacolo hard non potrei farlo
con della musica dance. Il fine ultimo di uno spettacolo è quello di
far eccitare il pubblico.
Tu
hai detto pubblicamente che vorresti partecipare all’Isola dei Famosi
2020, come mai questo desiderio?
Guarda,
io nella mia vita mi sono realizzata in tutto: ho un lavoro che mi
piace, ho vinto
quattro
premi Oscar, ho una passione per i cavalli …..il mio sogno nel
cassetto sarebbe quello di partecipare all’Isola, si!
Sarebbe
una sfida per me. Io sono un’amante della natura, dello sport,
infatti quando non faccio la trasgressiva nei locali, faccio una vita
normale, sana, faccio palestra, vado a cavallo e faccio anche dei
concorsi ippici.
Il
mio sogno resta quello di poter partecipare all’Isola dei Famosi.
Vorrei vivere sulla mia pelle il vivere su un’isola, totalmente
isolata dal mondo.
Ma
se tu vai sull’Isola, avresti problemi a spogliarti davanti ai
concorrenti?
No,
per nulla. Anzi, io amo la natura e prendere il sole nuda.
Vuoi
dire che Mediaset con la tua presenza sull’Isola avrebbe un buon
rientro di ascolti?
(Ride)
Sicuramente. Certo…anche se c’è un limite a tutto.
Luana,
hai detto che conosci Ilona Staller e siete amiche. Ultimamente il
suo amico sexy avvocato Luca Di Carlo è stato confermato presente
al Grande Fratello Vip 2020 e ha dichiarato di voler partecipare
anche lui all’Isola dei Famosi. Tu lo conosci Luca Di Carlo?
Io
Luca l’ho potuto conoscere solo per telefono. Lo sento spesso e
continuo a digli:“Ci dobbiamo conoscere, ci dobbiamo
conoscere” ed invece poi non ci si incontra mai. Lui è nei
pressi di Roma, io nelle zone di Parma, poi siamo sempre occupati con
il nostro lavoro, quindi per il momento non c’è stato il modo
d’incontrarsi. Però devo dire che mi piace tanto e spero davvero di
vederlo dal vivo.
Lo
vorresti sull’Isola?
Certamente.
Mi piace come uomo, è attraente,;ammetto che sull’Isola mi
apparterei con lui dietro il sipario della natura (Ride).
Sul
serio?
Beh,
si…a me piace Luca.
Se
tu dovessi avere accanto sull’Isola un tuo personaggio preferito chi
sceglieresti?
A
me piace molto come uomo, personaggio televisivo, come testa e non
solo (Ride)…Paolo Del Debbio.
Guarda
che io mando l’intervista a Mediaset!!!
(Ride),
siiiii.
“Tremenda
Luana”, ti ringrazio per questa bella intervista e ti porto i
saluti di tutti i tuoi fan.
Grazie a te Claudio, a Lf Magazine e a tutti i lettori. Un caldo abbraccio a tutti.
Paola Carrieri, balistica di primo ordine, Consulente Balistico dell’Autorità Giudiziaria e Consulente Balistico per Medici Legali in tutto il sud Italia. E’ ausiliario di Polizia Giudiziaria e collabora a diversi importanti casi in ambito penale; non ultimo è docente di balistica. Fresca di ritorno dalla premiazione che l’ha vista ricevere il premio “Investigation & Forensic Awards!”, riconoscimento alle categorie di professionisti del settore forense da StopSecret – Magazine Tv Eventi. Paola Carrieri è stata premiata come prima eccellenza italiana nel campo della Balistica Forense.
Una
professione, la sua, che il pubblico vede ed ama attraverso i film
cinematografici, dimenticando che i film stessi nascono grazie a
queste professioni meticolose.
Oggi
incontriamo Paola per capire meglio in cosa consiste questa sua
professione infinita e scoprire anche il suo lato nascosto.
Paola
spieghiamo prima al pubblico in cosa consiste il tuo lavoro?
Sono
un Balistico. Pertanto il mio lavoro consiste nella ricostruzione
degli accadimenti delittuosi interessati dall’uso ed “abuso” di
armi da sparo. Per spiegare in che consista il mio lavoro – seppur
per sommi capi – devo necessariamente parlare della Balistica.
Species del genus criminalistica,
è una peculiare tecnica dell’investigazione criminale,
probabilmente tra le più ardue delle scienze forensi. Complessa
scienza che studia il fenomeno di grevi proiettati da macchine termo-
meccaniche, in essa, convergono discipline eterogenee: medicina
legale, fisica, chimica, giurisprudenza, merceologia, etc. Di
conseguenza, discipline che il balistico necessariamente deve
conoscere ed applicare alla propria attività di indagine.
I
tradizionalisti, opportunamente, la scompongono in balistica interna
(studia i fenomeni fisici, chimici e meccanici nonché ogni elemento
che caratterizzi il ciclo dello sparo ed il moto del proietto
all’interno dell’arma sino alla sua uscita dal vivo di volata;
cosa non semplice se si consideri che si tratti di fenomeni
assoggettati a tempi brevissimi, un centesimo di secondo, gongolando
tra pressioni e temperature elevatissimi), esterna (attenziona ciò
che accade dal momento in cui il proietto abbandona il vivo di volata
ed attinge il bersaglio, atteso chè il centro di gravità del
proietto sia assoggettato ad “ostilità” imputabili a forza di
gravità e resistenza dell’aria) e terminale (quale condotta, quali
effetti riferibili al proietto che abbia attinto il bersaglio –
insomma, qualcosa di molto affine alla medicina legale se si
consideri che la stragrande maggioranza delle volte il bersaglio è
un essere umano – scrutando ogni singola variabile – struttura delle
superfici e dei materiali interessati, angolo di incidenza, velocità
di impatto, energia cinetica, morfologia del proietto, etc. -).
L’evoluzione
dei tempi, inoltre, ha comportato che, in ambito investigativo ed,
inevitabilmente, anche balistico, siano entrati in gioco moderni
software, tecnologie e ben più approfondite competenze in funzione
della comprensione, interpretazione, ricostruzione dei fenomeni di
interesse dell’autorità giudiziaria. Il che a tutto vantaggio
della ricostruzione delle dinamiche omicidiarie o, quantomeno,
delittuose, imponendo al balistico la presenza in sede autoptica e
nei luoghi interessati dagli accadimenti. Ed, infatti, l’attività
investigativa criminalistico-balistica assume un ruolo più che
determinante e spesso dirimente; intervenendo nei delicatissimi e
primissimi momenti dell’immediato successivo alla commissione del
reato, con l’onere di individuare la qualunque che abbia potuto
assumente un ruolo all’atto della commissione del fatto e di
garantire l’opportuna conservazione dei reperti al fine della
successiva attività di indagine in laboratorio ed utilizzo in sede
processuale.
All’uopo,
e cominciando più opportunamente a dissertare di balistica forense –
che assorbe la tradizionale tripartizione – nell’accezione di
declinazione delle scienze forensi, rientrano quelle indagini
finalizzate a comprendere tecnicamente e scientificamente il chi,
cosa, quando, dove e perché dell’accadimento. È suddivisa in
svariati ambiti: indagine identificativa di armi e matrice
costruttiva delle stesse; indagine comparativa di parti compositive
del munizionamento; identificazione di chi sia venuto in contatto con
un’arma, attraverso il rilevamento delle GSR; valutazione della
distanza dello sparo, mediante il rilevamento dei residui dello
sparo; ricostruzione delle traiettorie; esame cadaverico dei fori di
ingresso e di uscita nonché dei tramiti intracorporei; esame dei
veicoli o danneggiamenti su strutture immobili; esplosivistica;
ricostruzione della dinamica.
Vediamo
dalle tue pubblicazioni sui social che adori proprio il tuo lavoro.
Il pubblico si esalta quando ti vede accanto a foto di proiettili. Tu
ti senti più una Charlie’s Algels o una Thelma e Louise?
Dunque.
Se la memoria non dovesse ingannarmi, Thelma & Louise erano due
fuggiasche a corto di danaro, imbrigliate in relazioni con uomini
sessisti o “distratti”. No, non riesco proprio a sentirmi come
queste due povere donzelle. Piuttosto, gli Angeli di Charlie erano
qualcosa di spettacolare. O, perlomeno, ho questo ricordo abbastanza
vago. Dunque, mi sento piuttosto portata ad operare questa scelta
(obbligata). Vada per gli Angeli di Charlie. Alla fine della fiera,
erano tre donne-detective affascinanti, in grado di maneggiare
adeguatamente armi, istruite sui casi ed investite di incarichi
investigativi da una voce di un tal Charlie, in un contesto in cui i
protagonisti erano soprattutto uomini. E, del pari, sono una donna
che indaga, maneggio armi adeguatamente (sì pare), una qualche
autorità mi istruisce sui casi in relazione ai quali devo svolgere
indagini, conferendomi incarichi, operando in un contesto popolato
piuttosto da maschietti. Non credo sia poi un caso che tra le
Charlie’s Angels ci sia una biondina con gli occhi chiari…..
Cosa
ami di più del tuo lavoro?
Il
mio lavoro è in grado di sorprendermi. Ecco cosa amo. Non è
monotono. Ogni caso non è mai analogo ad un altro. E mi impone di
mettere in discussione la qualunque, perché in questo ambito 1 + 1
non fa necessariamente 2. Non è così scontato. Ed è in questo modo
che si giunge anche ad esitare ricostruzioni molto spesso
completamente difformi da quelle che in troppi ritenevano fossero
papabili. Avendo, ovviamente, il fondamento scientistico a supporto
del tutto.
Apprezzo
il maneggio delle armi, questo è più che evidente, altrimenti avrei
fatto tutt’altro nella vita. Ma maneggiare armi “cattive”, armi
che hanno ucciso e che sono tenuta a testare, esaminare,
dissasemblare, a conviverci per un bel lasso di tempo, annette alla
mia attività qualcosa di affascinante, certamente, ma al contempo
aleatorio, pericoloso. Nulla è reiterato, nel mio lavoro. Nulla si
ripete. Per via dell’approccio e dell’attività d’indagine
svolta, per la dinamica, per ciò che in fondo al cuore resta,
quando, ormai depositata la perizia o consulenza, ci si può
permettere di essere “umani”.
Grazie ai tuoi studi hai
avuto modo di collaborare con personalità di spicco della
criminologia?
Si.
Ho avuto modo di conoscere, dapprima per questioni formative (quando
ero fanciulla), e successivamente di collaborare con personalità
note al mondo della criminalistica , piuttosto che della
criminologia. Grandi che ho incontrato nel momento giusto della mia
carriera e che mi hanno trasmesso davvero tanto, sorprendendomi con
l’umiltà che è tipica davvero dei giganti. Taccio in merito ai
nomi, ma loro sanno perfettamente che questo passaggio è una
risposta pensandoli con affetto.
Ti immaginiamo sempre in
tuta mimetica o da agente speciale, ma come ti piace vestirti al di
fuori del lavoro?
Carissimo
Claudio, mi hanno denominata “il balistico sui tacchi a spillo”.
Un motivo ci sarà. Se è vero, com’è vero, che testo armi con il
tacco rigorosamente 12 , prova ad immaginare cosa io possa indossare
oltre il lavoro. Sono una Donna, mi piace essere tale. E femminile. E
sentirmi femminile.
Hai
un ricordo più vivido del tuo lavoro?
Ovviamente,
ne ho. Ed anche tanti. Magari incomprensibili ai troppi. Io credo che
il bene ed il male da cui questo mondo sia composto, siano due facce
della stessa medaglia. Amiamo e soffriamo, a grandi linee, nella
stessa maniera per gli affetti che perdiamo . Ricordo un uomo, appena
trentenne, bei lineamenti, quasi angelici. Era diventato padre da
poco. Di una bambina. Si stava recando al mercato del pesce, lavorava
lì e non si erano fatte nemmeno le sette del mattino. Era nel posto
sbagliato al momento sbagliato. E’ stato freddato mentre beveva un
caffè. Ah, la mala! Ricordo, poi, un altro uomo. Un po’ più in là
dei 30 anni. Con lineamenti abbastanza scolpiti, quasi incattiviti.
Era padre. Di più figli. A “modo suo”, eseguiva un lavoro. E’
stato freddato in un regolamento di conti. Eh già, la mala. Ora
ricordo le famiglie di entrambi, allo stesso posto sedute. Alla
stessa maniera disperate.
Hai un sogno speciale da
realizzare?
Per
tutti i sogni che mi frullano per la testa, credo che questa vita non
basti.
Purtuttavia,
il sogno al momento preminente è l’avere un erede. Non
necessariamente un figlio, non mi riferisco alla prole, che resta una
benedizione; ma un erede. Mi spiego meglio. Sogno che, da oggi a 100
anni, qualcuno, al di là di quelli che sono già i miei attuali
collaboratori, possa portare avanti il mio centro balistico. Che sia
un figlio o semplicemente un allievo, mi piacerebbe che il mio Centro
Balistico avesse un seguito.
Che musica ti piace
ascoltare?
Bene,
bene, considerando che misi piede in radio da giovanissma, ascolto
praticamente la qualunque. Al momento, però, prediligo qualcosa di
“sostenuto”, soprattutto quando non abbia il caffè a portata di
mano. In modo da potermi “caricare” a dovere.
Le tue
vacanze preferite?
Vacanze? Che sono? Si mangiano? Sarei scontanta se asserissi che le mie vacanze preferite son quelle che trascorro a casa mia? Con la spiaggia a due passi e la quiete di un paesino poco popolato. Giro fin troppo per lavoro. Quindi, appena posso, il mio relax è a casa mia. Oziando, cucinando, invitando gente. Però non ti nascondo che sto valutando un lungo viaggetto all’estero. Chissà!
Se dico :”L’Amore è…..”, cosa rispondi?
La
gente lo sottovaluta. Ad oggi, si ha l’illusione che chi non ami,
sia un “duro”. Un soggetto che non deve chiedere mai. Uno che si
basti da solo. Che se la sbrigi da solo. Che si organizzi il proprio
tempo libero da solo. E che poi si fa una festa a sorpresa da solo,
si sveglia la mattina di Natale da solo, si coccoli da solo, ceni da
solo, si addormenti da solo….Mah! Nella maggior parte dei casi,
nasciamo per un atto d’amore, dunque non comprendo tutto questo
voler apparire soli e forti. Chi non ama per “moda”, per par
condicio dovrebbe non essere nemmeno amato. Mi pare un giusto
equilibrio. Per me, l’amore è la mia famiglia. Concetto atavico.
Ma rivoluzionario, credo.
Cosa pensi del crimine? Ce n’è
ancora troppo?
Se
ce n’è ancora troppo? Beh, esaminiamo SOLO Il fenomeno della mafia
in Capitanata. La criminalità “disorganizzata”, un pò
come la camorra. Ma crudele. Esistono ben 28 clan….Welcome to
PUGLIA! In cima c’è la “Società”, la mafia dei
mitici anni ’80. Dapprima verticistica, da decenni ormai divisa in
diverse “batterie”. Il clan Sinesi/Francavilla, rivale dei
Moretti/Pellegrino/Lanza, per esigenze “logistiche” avrebbe
stretto un sodalizio con il clan Trisciuoglio/Mansueto/Prencipe; però
prima si sparacchiavano addosso. Il gruppo Francavilla, in contatto
con la criminalità organizzata di San Severo. E poi il clan
Trisciuoglio/Prencipe/Mansueto (in realtà, Mansueto è stato
ammazzato nel 2011, ma nessuno ha visto niente…) alleato con il
gruppo Romito. In realtà quello che una volta era il clan
Trisciuoglio/Prencipe coinvolto nella guerra del 2002-2003 con i
rivali Sinesi/Francavilla (la più cruenta delle 7 guerre di mafia
con 14 omicidi e 4 agguati falliti in 15 mesi), si è poi trasformato
dal 2006 nel clan Trisciuoglio/Tolonese.
Nell’organigramma
della «Società» c’è infine il clan Moretti/Pellegrino/Lanza
contrapposto ai clan Sinesi/Francavilla e
Trisciuoglio/Prencipe/Mansueto. Su Cerignola, opera il gruppo ex
Piarulli-Ferraro (Ferraro è morto in carcere anni e anni fa). E su
Cerignola dove opera anche il clan Di Tommaso (il capo-clan fu ucciso
anni fa e non si hanno notizie giudiziarie sull’attività del
presunto gruppo….e meno male!). Nel basso Tavoliere opera il gruppo
Gaeta; il clan Gaeta fu al centro dell’inchiesta «Veleno» del
settembre 2007 con circa 60 arresti e il processo che ha però
ridimensionato l’impostazione accusatoria: assoluzioni per mafia
(si parlava anche di ecomafia e di condizionamento della vita
amministrativa) e qualche condanna per droga e truffa all’Inps. E
sempre nel basso Tavoliere, ci sono il gruppo Masciavè e il clan
Gallone di Trinitapoli, che sarebbe attivo nel settore droga.
Su
Lucera opera il gruppo Tedesco, in guerra con il clan
Bayan-Papa-Ricci. Nell’alto Tavoliere operano: Salvatore ex
Campanaro,in sinergia con il gruppo Testa-Bredice, ex Palumbo
(Severino Palumbo fu ucciso nel 2015…e pure Campanaro) che mantiene
contatti i Francavilla, Testa/Bredice, Russi, DAloia/Di Summa,
operante soprattutto nella zona di San Marco in Lamis, al pari del
gruppo Cursio/Padula originario di Apricena. Sul Gargano labbiamo
il gruppo Alfieri/Primosa/Basta, il clan «Libergolis (la cuo potenza
egemone è stata ridotta a seguito del maxiprocesso alla mafia
garganica) di recente “bisticcia”con il clan Romito di
Manfredonia, prima suo alleato.
E
poi, e poi…il gruppo Romito (uscito indenne dal maxi-processo alla
mafia garganica con una serie di assoluzioni, i gruppi Gentile,
Ricucci, Notarangelo, (Angelo Notarangelo «cintaridd’» fu ucciso
in un agguato di Mafia alle porte di Vieste nel gennaio 2015),
Frattaruolo, Prencipe. Tra San Marco in Lamis e Rignano
opererebbero il gruppo Martino ed rivali Di Claudio-Mancini. Ed il
clan Ciavarrella. Penso di averli menzionati tutti…. Ce n’è
ancora troppo?
E sulle violenze alle donne?
E’
qualcosa di semplicemente aberrante. Non ripeterò slogan da più
parti ventilati. Credo che ad oggi viviamo in una società che vanti
un elevato sommerso di casi di violenza agita su donne. Donne che
spesso si sentono inadeguate, non solo per ciò che vivono ma anche e
soprattutto per il fatto che vengano lasciate sole. E non solo dalle
istituzioni. E’ impensabile che queste donne siano completamente
sole. E che nessuno, tra parenti ed amici , si renda conto
dell’inferno che la donna viva. Inoltre, i numerosi fatti di
cronaca, rendono noto che anche tra le vittime che avevano
denunciato, non si è affatto agito in tempo. Ma resta il fatto che
la denuncia è l’unico strumento per chiedere aiuto! Per esaminare
il fenomeno in prospettiva della mia competenza, è risultato che
l’uso di armi da fuoco sia semplicemente secondo all’uso di armi
bianche. Probabilmente perché, nella disponibilità dell’offender,
hanno un maggiore effetto intimidatorio, un distacco dalla vittima
ed, in alcuni casi, l’utilizzabilità contro l’offender stesso.
La pressione sul grilletto “abbrevia” drammaticamente e
drasticamente il percorso tra ideazione d’attuazione, non consente
sufficienti tempi di riflessione nella fase istintiva ed emotiva.
Resta inoltre il fatto, altrettanto drammatico, che le vere vittime
di violenza restino anche vittime di altre donne che si travestono, a
loro volta, da vittime, ma di fatto sono false vittime di violenza.
Paola
ti ringrazio per questo meraviglioso viaggio nella tua professione e
in parte nella tua vita, diciamo cosi…..più serena.